Il primo gennaio la Francia ha assunto la presidenza a rotazione del Consiglio dell’UE. Questo periodo di sei mesi coincide con la campagna per l’elezione del presidente della Francia. Nella fase preparatoria all’elezione, il presidente Macron sembra intento ad usare questa piattaforma per far avanzare il programma per la sua rielezione, piuttosto che i bisogni del popolo europeo.
Ecco i tre modi in cui la nuova presidenza del Consiglio dell’UE rischia di essere uno show elettorale:
1) Lo strumento perfetto per la campagna elettorale
Macron avrebbe potuto posporre a dopo le elezioni quest’opportunità, che capita una volta ogni 14 anni, ma, con oltre 400 eventi e molte altre opportunità di esposizione mediatica per presentare il Presidente come il “salvatore dell’Europa”, la tentazione di sfruttarli a scopi elettorali era ovviamente troppo forte. L’incertezza del cambiamento politico francese, però, renderà vuota la sua presidenza dell’UE, tranne che per una grande offensiva comunicativa utile alla campagna per la sua rielezione.
2) Un cattivo stato di servizio sull’Europa
Lo stato di servizio sull’Europa di Emmanuel Macron è pessimo. Ha lottato dietro le quinte per i seguenti obiettivi:
– includere il gas e l’energia nucleare nella tassonomia (il sistema di etichettatura ambientale per gli investitori sviluppato dalla Commissione europea).
– Consegnare la riforma della politica agricola comune alla lobby agro-industriale.
– Limitare il pacchetto di misure sul clima alla mera estensione di un mercato dell’anidride carbonica non funzionante.
– Far naufragare la direttiva sulla tassazione trasparente per le multinazionali.
– Bloccare il potenziamento del congedo parentale.
Macron ha inoltre accettato un recovery plan insufficiente, condizionato al rispetto della regola d’oro dell’austerità, e si è arreso agli eccessi autoritari dei governi dell’est, approvando l’approccio soft della Commissione verso le sfide alla giustizia, le libertà, i diritti della comunità LGBTIQ+ e l’aborto fatte dalla Polonia e dall’Ungheria.
3) Eluse le vere sfide
Le presunte priorità europee di Macron, basate sul trittico “ripresa, potere, appartenenza”, sono in contraddizione con le scelte fatte a livello nazionale negli ultimi quattro anni.
Pensate che Macron userà quest’opportunità per attaccare le regole, sospese durante la crisi, che impongono austerità e competizione? No, assolutamente no! La presidenza francese dovrebbe essere un’opportunità per imparare le lezioni dell’attuale crisi. La sua priorità dovrebbe essere impedire il ritorno della camicia di forza liberale (austerità, competizione, libero commercio), che all’inizio della pandemia è stata sospesa. Queste politiche condannano l’Europa all’impotenza nell’affrontare le sfide del cambiamento climatico e della disuguaglianza.
È tempo che l’UE volti la pagina del liberismo sfrenato ed inizi a mettersi al servizio del suo popolo e del pianeta.
Traduzione dall’inglese di Giuseppe Liguori dal sito del gruppo parlamentare The Left
Traduzione dall’inglese di Giuseppe Liguori