13 dicembre 2021
In Europa gli edifici rappresentano circa il 40% di tutta l’energia consumata e più di sette su dieci sono inefficienti dal punto di vista energetico. Ciò significa che gran parte dell’energia usata per il riscaldamento e l’illuminazione è sprecata, con un aumento del consumo e dei costi energetici. Se l’Unione europea vuol essere seria nel contrastare l’ingiustizia sociale e climatica, affrontare l’efficienza energetica negli edifici è uno dei compiti più critici del futuro prossimo.
Il principale strumento legale dell’Unione europea per realizzare l’efficienza energetica negli edifici e per alleviare la povertà energetica è la Direttiva 2010/31/EU (EPBD o “Direttiva sul rendimento energetico negli edifici”). Questo testo legale provvede ad un approccio completo e integrale verso un miglioramento dell’uso efficiente dell’energia sia negli edifici che saranno costruiti, sia in quelli già esistenti, sia in quelli adibiti ad abitazione che in quelli ad uso commerciale. In questa settimana il Parlamento europeo voterà sulla relazione di attuazione di questa direttiva e, nello stesso giorno, la Commissione europea pubblicherà la sua proposta di revisione. Le norme della direttiva EPBD si riferiscono ai bisogni energetici per l’isolamento termico, il riscaldamento dello spazio abitativo e dell’acqua calda, il raffreddamento, la ventilazione e l’illuminazione.
Tutto ciò sembra piuttosto semplice, ma come tante altre cose non lo è.
Ecco cinque ragioni fondamentali per cui l’efficienza energetica e i lavori d’ammodernamento non possono essere solo una prerogativa dei proprietari, ma devono essere considerati come essenziali per alleviare la povertà energetica.
1. L’efficienza energetica è la soluzione più efficace per alleviare la povertà energetica.
Oggi chi ha la fortuna di vivere in una casa efficiente dal punto di vista energetico avrà consumi e bollette più bassi. Cosa succede a chi non può permettersi dei lavori di rinnovamento? Sarà costretto ad usare più energia, che verrà molto probabilmente da più costosi carburanti fossili, e a pagare bollette più care. Un nuovo studio della Cambridge Economics (maggiori informazioni nel sito internet della Coalizione per il diritto all’energia) mostra una riduzione delle bollette energetiche di oltre 400 € all’anno dopo grandi lavori di rinnovamento. Nella direttiva EPDB, l’efficienza energetica è considerata dal punto di vista delle imprese, come reddito per chi può investire e spendere, ma se i vantaggi dei lavori di rinnovamento delle case vanno solo a chi ha già soldi da spendere, tutto ciò sarà inutile: i lavoratori e gli inquilini continueranno ad avere problemi con le bollette e il pianeta continuerà a soffrire a causa delle decisioni pasticciate di una classe dirigente incapace di pensare al futuro.
2. La povertà energetica è un problema reale.
La “povertà energetica” non è solo uno slogan usato dai funzionari europei in discorsi e dichiarazioni ufficiali. La povertà energetica è un problema reale per milioni di persone che vivono in Europa e non sarà risolto semplicemente nominandolo. Secondo la Coalizione per il diritto all’energia, attualmente oltre 50 milioni di persone vivono in povertà energetica, dovendo scegliere tra riscaldare le loro case e comprare il cibo quotidiano. Il numero di queste persone è destinato ad aumentare vertiginosamente alla luce dell’attuale crisi del gas. Il patrimonio immobiliare europeo, inefficiente ed insalubre, è tra le cause principali della povertà energetica e del consumo eccessivo di energia. Alloggi umidi e pieni di muffa contribuiscono a caricare la sanità pubblica di un peso catastrofico superiore a € 194 miliardi, e causano la morte prematura di oltre 100.000 persone all’anno.
3. L’efficienza energetica non riguarda gli investimenti finanziari, ma la vita e la salute delle persone!
In tutta Europa, purtroppo, l’efficienza energetica viene dirottata da poteri forti, che la considerano come un’opportunità d’investimenti volti ad aumentare il valore economico degli immobili. Il concentrarsi su misure orientate ad aumentare il valore di mercato ha come risultato dei lavori di rinnovamento che danno priorità agli investimenti più semplici e più rapidi (da un punto di vista finanziario), come il cambiamento del sistema di riscaldamento. Gli investimenti più importanti e più complessi, come il rinnovamento del sistema termico, che include cose come il tetto, le finestre e la facciata, sono invece trascurati. La preferenza per gli investimenti più lucrativi non provoca alcun miglioramento della vita delle persone più vulnerabili, che vivono negli immobili peggiori e che spesso non hanno le risorse necessarie a finanziare i grandi lavori di rinnovamento necessari.
4. Automobili elettriche per tutti?
Questo slogan è proprio come sembra: esso illustra la messa a fuoco distorta di questa direttiva nei confronti dei settori ricchi della società, senza curarsi dei bisogni di chi vive in povertà energetica. La relazione considera gli immobili come cose che permettono di aumentare la mobilità con l’utilizzo delle auto elettriche, classificando come prioritari gli investimenti in punti di ricarica all’interno degli immobili. Dato il prezzo esorbitante dei veicoli elettrici e considerando il fatto che l’80% delle auto nell’Unione europea sono parcheggiate in strada durante la notte, non si può fare a meno di chiedersi a chi gioveranno tutti questi nuovi punti di ricarica.
5. Non ci può essere giustizia climatica senza efficienza energetica
Mentre lottiamo con costi energetici altissimi, la cui conseguenza sono bollette molto care per tutti quelli che vivono in Europa, non possiamo pensare di contrastare la crisi climatica senza giustizia sociale. La modifica della direttiva EPBD significa la possibilità di aumentare i lavori di rinnovamento nel settore residenziale, di migliorare le condizioni di vita di milioni di europei e di ridurre le emissioni di anidride carbonica nella nostra società e nella nostra economia, creando posti di lavoro di qualità. Per fare ciò, tuttavia, l’alleviamento della povertà energetica dev’essere l’obiettivo numero uno delle soluzioni politiche che regolano l’efficienza energetica.
Traduzione dall’inglese di Giuseppe Liguori dal sito del gruppo parlamentare The Left